Michele Sambin in mostra a Marsiglia (2021)

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MICHELE SAMBIN

Archè/Téchne

un progetto di

Cineclub Canudo

a cura di

Bruno Di Marino

Il tempo consuma (1978-2022)

film / video / installazioni / performance / sculture / disegni / dipinti

12 novembre 2021 – 13 febbraio 2022

34 Festival Les Instants Vidéo

La Friche la Belle de Mai (Marsiglia)

29 gennaio – 27 marzo 2022

Museo Castromediano

Viale Gallipoli, 28 (Lecce)

 

Michele Sambin: Archè/Téchne” è il titolo di un progetto del Cineclub Canudo, realizzato in collaborazione con il Museo Castromediano e i festival Avvistamenti e Instants Vidéo di Marsiglia, grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, a cura di Bruno Di Marino e con la direzione organizzativa di Antonio Musci e Daniela Di Niso.

Il progetto, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Puglia, Apulia Film Commission e Polo biblio-museale di Lecce, consiste nell’acquisizione, nella collezione permanente del Museo Castromediano, della videoinstallazione “Il tempo consuma” di Michele Sambin, un’opera fondamentale nella storia dell’arte contemporanea, per l’innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico del video e della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie e per aver ideato e introdotto per primo la tecnica del videoloop a partire dal 1978. L’opera sarà al centro di un progetto espositivo più ampio, oltre a una serie di altri eventi, tutti incentrati sull’opera di Sambin, che si realizzeranno a partire da novembre 2021. Tra questi vi sarà anche il re-enactment della performance originale e la creazione di una nuova installazione immersiva, a partire dal video storico, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Una digressione tecnico-poetica dall’analogico al digitale.

Il primo appuntamento espositivo di questo progetto si realizzerà nell’ambito della 34 edizione del festival Instants Vidéo a Marsiglia, dove dal 12 novembre 2021 al 13 febbraio 2022 sarà allestita, a La Friche la Belle de Mai, una mostra di Michele Sambin, che esporrà Il tempo consuma, insieme ad altre opere dell’artista padovano. Nella stessa occasione, il 12 novembre sarà proiettato il film Più de la vità (2019) di Raffaella Rivi, che racconta 4 decenni del percorso artistico di Michele Sambin, seguito da un incontro con la regista, Sambin, Bruno Di Marino, Marc Mercier, direttore e fondatore del festival francese, Antonio Musci e Daniela Di Niso, direttori del festival Avvistamenti. Dal 29 gennaio al 27 marzo 2022, la mostra, in una versione più ampia, farà tappa al Museo Castromediano di Lecce, il più antico museo pubblico di Puglia, dove sarà visitabile tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 20.

Arché/Téchne può essere considerato un omaggio a Michele Sambin, un artista totale, che ha attraversato i diversi campi della creatività facendoli interagire tra loro: dal cinema al video, dal teatro alla musica, dalla scultura alla pittura e al disegno. Uno sperimentatore solitario, controcorrente, in anticipo sui tempi, le cui geniali intuizioni ne fanno un pioniere nel campo della videoarte. Il titolo del progetto evidenzia come nell’immaginario di Sambin il saper fare artistico, ma anche manuale e artigianale (téchne), non può essere disgiunto dalla ricerca sulle peculiarità del dispositivo tecnologico, che si è evoluto nel corso dei decenni. Il continuo riferirsi alle origini millenarie della cultura artistica dà vita a un unico e suggestivo discorso, in cui l’arte del presente e del passato ci indica nuove vie per il futuro.

Sambin è sempre stato estraneo a qualsiasi movimento o tendenza artistica, inclassificabile, alieno al sistema dell’arte (eccetto nel periodo in cui ha fatto parte della Galleria del Cavallino di Venezia, che fu comunque un laboratorio fuori dagli schemi). Ed è qui che nasce, nel 1978, la performance Il tempo consuma, durante l’annuale laboratorio dedicato alla produzione video (Dino Marangon, Videotapes del Cavallino, Edizioni del Cavallino, Venezia 2004). Sotto questo titolo si raccolgono opere declinate in forme diverse: in origine è una performance che utilizza il sistema videoloop, una tecnica originale inventata da Sambin, che consiste nell’utilizzo di due videoregistratori a bobina aperta, sui quali fa passare un anello di nastro magnetico. Uno dei due lettori è collegato a uno dei due monitor in diretta; l’altro schermo trasmette invece in differita. Sfruttando il ritardo tra l’immagine registrata e quella trasmessa Sambin riesce a realizzare il suo loop, muovendo ritmicamente il proprio corpo come un metronomo e scandendo le parole: «il tempo consuma le immagini; il tempo consuma i suoni». Attraverso cicliche sovrapposizioni si crea un’accelerazione del deterioramento dell’immagine e del suono: le parole e i movimenti del corpo si trasformano assumendo un nuovo senso. A partire dal 1978 la performance è stata proposta live in varie occasioni tra cui: Galleria del Cavallino (Ve), Galleria Bevilacqua La Masa (Ve), Sala Polivalente – Palazzo dei Diamanti (Fe). Nel 1980, invitato da Vittorio Fagone per la Mostra Camere incantate al Palazzo Reale di Milano, Sambin crea una videoinstallazione (da non confondersi con l’opera video del 1978) composta da una serie di video realizzati con la tecnica videoloop e che consisteva nella diffusione contemporanea, su nove monitor a tubo catodico, dei diversi video creati per l’occasione e riprodotti da tre videoregistratori. Pur essendo nato e residente a Padova – nonché legato a Venezia, ai suoi colori, alla sua cultura figurativa – Sambin intrattiene da diversi anni con la Puglia un rapporto affettivo: vive gran parte dell’anno in provincia di Lecce, in un ovile che ha ristrutturato e che rappresenta il suo buen retiro; un luogo dove meditare e lavorare. Da alcuni anni questo legame si consolida, grazie alla collaborazione con il Cineclub Canudo e il festival Avvistamenti, che gli dedica una retrospettiva e una mostra nel 2015, per poi approdare al Museo Castromediano di Lecce, luogo inclusivo e interdisciplinare, all’interno di una cornice suggestiva, in cui concepire un singolare allestimento, in dialogo con le opere archeologiche della collezione.

Infine, nell’ambito della XIX edizione di Avvistamenti, organizzata dal Cineclub Canudo e diretta da Antonio Musci e Daniela Di Niso, che si svolgerà dal 27 al 30 dicembre 2021, sarà proposto un programma di proiezioni, performance e workshop che coinvolgeranno altri artisti, invitati a dialogare artisticamente con l’opera viva e multiforme di Michele Sambin.

Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, conterrà saggi critici di esperti di fama internazionale, tra cui Virginia Baradel, Marc Mercier, Peter Benson Miller, Lisa Parolo, Marco Senaldi, oltre a un’appassionante memoria dello stesso Sambin e una serie di altri apparati.

 

Cineclub Canudo

Tel. 340 2215793 / 340 6131760

info@avvistamenti.it

www.avvistamenti.it

scarica il CS_Michele_Sambin Marsiglia

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Foto di Michele Sambin

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Foto di Antonio Musci

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